Home


Il nostro progetto nasce per raccontare una storia che ha inizio nei primi anni del 1900 a New Orleans... prima fu pura vocalità nera, i canti di lavoro e religiosi della tradizione culturale degli schiavi afroamericani; poi ragtime, che letteralmente significa "tempo stacciato, a brandelli" . Negli Anni ’30, "L'età del jazz" veniva raccontata dalla penna di Francis Scott Fitzgerald: le big band facevano impazzire ragazzi e ragazze americani sulle piste da ballo degli speakeasy, i locali clandestini dove gli alcolici vietati dal proibizionismo diventavano leciti. La diffusione della radio segnò la fortuna delle grandi orchestre e dei suoi direttori: Benny Goodman, che fu soprannominato il "Re dello Swing", Duke Ellington e Cab Calloway, animatori indiscussi delle notti del Cotton club di New York.


Una notte al Savoy, di Otis Ferguson (Pubblicato su The New Republic nel 1936)

Centinaia di persone (forse in una sera molto buona arrivano a 1600) sono sulla pista o sedute ai tavoli, o dinanzi al bar; lontano in un angolo, c'è una fila di taxi girls, due monetine per tre balli; dal soffitto piovono delle luci rosate e dovunque succede qualcosa. Ma il centro vitale della sala è qui sopra, sul podio, dove stanno, allineati su due file, i ragazzi dell'orchestra, che battono i piedi ritmicamente e sudano sui loro strumenti, facendo sussultare il pavimento; qui, dove la campana del sousaphone sembra una luna piena che manda i suoi bagliori sui ballerini e dove la pulsante sezione ritmica - chitarra, piano, basso e batteria - imbriglia tutta questa straripante energia costringendola a seguire il tempo. E quando gli uomini di Teddy Hill cominciano a suonare l'ultimo ritonello di un loro cavallo di battaglia intitolato Christopher Columbus, con quelle trascinanti figure disegnate dagli ottoni e coi sassofoni a dargli corpo, i ballerini si scordano di ballare e si affollano attorno al podio, e lì registrano il ritmo soltanto nei muscoli e nelle ossa, restando fermi e lasciandoselo rovesciare sulle facce rivolte all'insù, come se fosse acqua (e che il valzer sia maledetto). Il pavimento sussulta, e il locale sembra una dinamo, e l'aria fumosa si innalza a onde..... 

È una musica che anche i sordi riuscirebbero a sentire.